Nuova scoperta: la cannabis riduce la pressione sanguigna
Con il via libera da parte dell’ONU, sempre più stati hanno deciso di legalizzare la cannabis medica e sempre più persone stanno iniziato a utilizzarla. Anche le ricerche scientifiche proseguono e l’ultima scoperta arriva direttamente da Israele.
I nuovi studi, i nuovi risultati
La cannabis non è una sostanza stupefacente. Può portare benefici nel trattamento del Covid-19. La cannabis può essere vantaggiosa per curare determinate patologie.
Inutile negarlo: la cannabis fornisce importanti vantaggi medici. È la scienza a dichiararlo. E due giorni fa (8 febbraio 2021) è arrivata una nuova notizia: la cannabis ha il potenziale per tenere sotto controllo la pressione sanguigna.
La ricerca è stata pubblicata il 20 gennaio sull’European Journal of Internal Medicine. La Ben-Gurion University of the Negev (BGU), una delle migliori strutture mediche in Israele, in collaborazione con la Soroka University Medical Center, ha effettuato studi su adulti di età pari o superiore ai 60 anni. Lo scopo era quello di concentrarsi sull’effetto della cannabis sulla pressione sanguigna, sulla frequenza cardiaca e su altri processi metabolici.
Un risultato importante, visto che sempre più persone la utilizzano ma ancora poche Nazioni e ospedali riconoscono il suo potenziale.
Secondo il dott. Ran Abuhasira della BGU Faculty of Health Sciences e del BGU Soroka Cannabis Clinical Research Institute, «gli anziani sono il gruppo in più rapida crescita di consumatori di cannabis medica, ma le prove sulla sicurezza cardiovascolare per questa popolazione sono scarse. Questo studio fa parte del nostro impegno continuo per fornire ricerca clinica sugli effetti fisiologici della cannabis nel tempo.»
Cannabis e pressione sanguigna: quale legame?
I partecipanti allo studio sono ancora tutti sotto controllo, per continuare ad analizzare e a monitorare l’andamento della ricerca. Il monitoraggio ambulatoriale della pressione sanguigna è stato svolto 24 ore su 24. In più sono stati effettuati anche l’elettrocardiogramma, gli esami del sangue e le misurazioni del corpo. Tutto ciò prima di iniziare con la terapia e a partire da tre mesi dopo.
I primi risultati sono stati molto promettenti, nonostante sia il primo studio nel suo genere. C’è stato un calo significativo dei livelli medi di pressione sanguigna, già a partire da tre ore dopo l’assunzione di cannabis.
La squadra di ricercatori della BGU ritiene inoltre che la combinazione tra la cannabis e il calo della pressione sanguigna (costante anche di notte) contribuisca al sollievo da dolore cronico.
Quali saranno i prossimi passi?
Un risultato sorprendente e inaspettato che merita sicuramente attenzione. I ricercatori sono soddisfatti, ma sanno che la sfida è ancora aperta. L’obiettivo, ora, è quello di mettere a disposizione la ricerca clinica per supportare l’uso medicinale della cannabis.
Un aspetto sicuramente curioso e da approfondire è come la cannabis sia in grado di incidere sulla pressione sanguigna indipendentemente dalla forma in cui viene assunta: orale, sotto forma di olio o fumata. Il risultato, è dimostrato, sarà sempre lo stesso.
Tra le prossime ricerche che la BGU porterà avanti c’è anche quella relativa agli effetti notturni della cannabis. L’argomento merita ulteriori approfondimenti perché potrebbe portare alla sostituzione dei farmaci per il controllo dell’ipertensione assunti prima di andare a letto.
La direzione è quella giusta, bisogna solo continuare. Siamo per un futuro che contempli la cannabis medica nella sua quotidianità?
La cannabis può tenere sotto controllo la pressione sanguigna?
Sì, secondo gli studi effettuati dalla Ben-Gurios University of the Negev di Israele che hanno esaminato persone di età pari o superiori ai 60 anni.
Quali sono gli effetti della cannabis secondo questo studio?
La cannabis medica è in grado di diminuire significativamente i livelli medi della pressione, già a partire da tre ore dopo l’assunzione. Questo risultato contribuisce ad alleviare anche i dolori cronici del paziente.
Cosa ci riserva il futuro?
La BGU continuerà a studiare gli effetti della cannabis, in particolare la possibilità che possa sostituire i farmaci per il controllo dell’ipertensione. La strada è ancora lunga ma i primi risultati sono già soddisfacenti.